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  • Immagine del redattoreChiara

Perché negli hotel delle api si usano le cannucce?


L’ape solitaria come si deduce dal temine, non vive in colonie e non difende il luogo dove deposita le uova, tantomeno si occupa di nutrire le larve come invece fanno le cugine api da miele (Apis mellifera). Da un lato questo ci rassicura, perché significa che possiamo ospitare le api solitarie in tutta sicurezza anche su davanzali e balconi, possiamo osservare il loro lavoro instancabile in quanto hanno indole docile. Dall’altro le rende vulnerabili, soprattutto perché una volta chiusa l’ultima celletta non torneranno a far visita a quel luogo, rendendo insospettabile la loro presenza e di difficile tutela.

Molte specie di api solitarie hanno scelto come luogo di riproduzione la sezione cava di erbe spontanee annuali o di canne. Proprio quelle erbacee che si trovano naturalmente lungo fossati, ai margini di aree umide quali laghi e stagni, e che nella tradizione contadina, quando ancora presenti, vengono eliminate a fine estate, spesso bruciate.

Negli stessi giardini e parchi si tende ad eliminare la porzione secca delle piante in autunno, abitudine legata ad una moda dell’ordine e della pulizia, più che ad una reale necessità.

Queste pratiche hanno fatto sì che molte api finiscano il loro ciclo vitale ancora prima di essere riuscite a raggiungere lo stadio adulto, bruciate o affettate allo stadio larvale o di pupa. Questo va ad aggiungersi a tutti gli altri ostacoli legati alle pratiche agricole, colturali, alla riduzione drastica dei fiori nettariferi e all’espansione dell’urbanizzazione.

La cannuccia di bambù adeguatamente tagliata e della giusta misura risulta uno dei materiali più semplici che si possa utilizzare per un hotel che possa ospitare un buon numero di specie di api solitarie, tra cui la comune Osmia cornuta. Quest’ape non disdegna però nemmeno tronchi forati o altri tipi di materiale vegetale cavo.

Se uso le cannucce devo avere l’accortezza di tagliare piccole porzioni subito dopo il nodo in modo che lo spazio a disposizione dell’ape sia almeno di 10cm di lunghezza, e il diametro del foro deve essere all’incirca di 5mm. Attenzione anche a tagliare la canna senza lasciare sfilacciature, che nel bambù risultano molto rigide e secondo alcune pubblicazioni, potrebbero creare danni alle ali dell’insetto.

Se utilizzo un tronco forato devo avere l’accortezza di praticare i fori parallelamente ai vasi del legno, sempre con fori attorno ai 5mm e per una profondità di 10cm.

Se invece desiderate utilizzare erbe spontanee ho sperimentato essere graditi i fusti di varie specie di cardo, ottimo è il cardo dei lanaioli (Dipsacus sativus) ma anche i fusti dei carciofi o del genere Onopordum. In questo caso si deve sempre tener conto della tutela di molte specie spontanee e che raccogliere queste piante dagli ambienti naturali significa asportare materiale fondamentale per l’equilibrio ecologico di quel luogo. Meglio quindi se il materiale utilizzato è recuperato nel proprio orto o giardino, ricordando che i cardi si possono tenere anche nelle aiuole di casa o negli orti, perfette piante commestibili e nettarifere, se lasciate fruttificare sostentano anche uccelli come il cardellino.


Buon lavoro!

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